L'ARRIVO DELLE SUITE NEL ROCK: THE DOORS' “WHEN THE MUSIC’S OVER”

 

L’origine della forma musicale chiamata “Suite” risale alla musica classica barocca, nel periodo che va dalla metà del XVII secolo alla metà del XVIII secolo. Uno dei compositori maggiormente riconosciuti e celebrati in questo campo è George Phillippe Telemann.

Si consiglia l’ascolto di alcune delle sue numerose suite, le quali si caratterizzavano per essere una sequenza di brevi parti strumentali con il nome di danze popolari.

Esse componevano così una suite che oggi, per semplificare, potremmo definire una successione di brevi composizioni collegate ed affini tra loro a formare un elemento unico.

Con il tempo questa forma muta, evolvendosi, sempre nella musica classica, in quella che verrà chiamata sinfonia. Da qui trapela nel jazz, come testimoniato ad esempio da brani come “Freedom Suitedi Sonny Rollins del 1958.

Pur rimanendo una rarità in questo genere, la suite jazz perde la divisione in parti separate, le quali sono invece unite in una continuità sonora.

A partire da un tema iniziale viene eseguito un itinerario musicale dove sono percorse altre atmosfere, sia improvvisate che precedentemente composte, per poi ritornare al tema iniziale.

I Doors avevano confidenza con il jazz, essendone estimatori, fan ed ispirandosi agli stili Hard Bop e Jazz Modale in alcuni frangenti dei loro concerti fin dal 1966.

Dall’ambito Jazz i Doors traggono quindi ispirazione per trasferire nel rock la complessa modalità esecutiva della suite, con un guizzo di audace creatività degno della fama del gruppo californiano.

La band traduce la forma della suite in due lunghe canzoni, le quali superano entrambe i dieci minuti di lunghezza.

La prima è “The End”, scritta addirittura nella prima metà del 1966 e registrata nel loro primo LP (“The Doors”, 1967”). La seconda è “When The Music’s Over”, contenuta in “Strange Days”, il secondo disco della band pubblicato nel settembre 1967.

Anche questa seconda suite è stata elaborata a partire dal 1966, per poi essere portata a compimento attraverso numerose performance dal vivo ed essere infine incisa su vinile nell’estate ’67.

L’album “Strange Days” include così un esempio di come sia possibile innovare il linguaggio del rock attraverso una struttura proveniente da altri mondi musicali.

“When The Music’s Over” si apre infatti con un tema che poi tornerà alla fine del brano. Questi due momenti sono separati da evoluzioni e passaggi diversi per quanto riguarda ritmo e melodia.

Questa canzone avrà una importanza ancora maggiore visto che aprirà la strada a analoghe sperimentazioni da parte di altri gruppi, come ad esempio “In-A-Gadda-Da-Vida” degli Iron Butterfly, pubblicata un anno dopo, nel 1968.

La tendenza a legare in successione temi e parti strumentali diversi tra loro porterà nel 1969 alla creazione di una nuova variante del rock: il progressive rock.

Da qui in poi saranno numerose le band di progressive rock che si cimenteranno nell’arte di comporre viaggi musicali che trasportano l’ascoltatore attraverso scenari sonori diversi per ritmo, tempo e melodie.

Tra coloro che hanno reso possibile questa importante evoluzione ci sono sicuramente i Doors. Essi, con “When The Music’s Over” hanno fatto dell’LP “Strange Days” il punto di partenza che ha portato la suite nella contemporaneità.


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