UNO SGUARDO SU “LOVE ME TWO TIMES” DAL VIVO A MIAMI (1° MARZO 1969)



Il famigerato concerto dei Doors a Miami (1° marzo 1969) rimarrà certamente nella storia della musica come una memorabile testimonianza della provocatoria trasgressione espressa da Jim Morrison sul palco.

In questo articolo non ci addentreremo nei meandri di questa incredibile performance e nemmeno nelle cruciali conseguenze che ne sono derivate tanto per la carriera del gruppo che per la vita di Morrison.

Va comunque sottolineato che il concerto risente in termini di qualità e coerenza a causa dello stato pesantemente alterato di Morrison, pur non perdendo per questo la sua grande importanza storica e il suo velenoso fascino artistico.

Prenderemo in considerazione una delle cinque canzoni che la band è riuscita ad estrarre dalla performance del frontman. Stiamo parlando di “Love Me Two Times”, originariamente pubblicata un anno e mezzo prima di questo importante live e precisamente sul secondo album dei Doors (“Strange Days”, settembre 1967).

Questa canzone è posta in secondo piano dai momenti più famosi dell’esibizione di Miami, vale a dire gli sconvolgenti dialoghi instaurati da Morrison con il pubblico.

Accenniamo velocemente al fatto che a Miami egli intendeva creare, con le sue parole aggressive e impressionanti, una performance teatrale dove il pubblico fosse chiamato in causa direttamente e fosse provocato a reagire sia con la voce che fisicamente.

La versione live a Miami di “Love Me Two Times” interrompe momentaneamente questo dialogo dirompente tra Morrison e gli spettatori. Infatti, è l’unico brano del concerto a non essere interrotto e modificato dalle incendiarie conversazioni improvvisate dall’artista con le persone presenti.

“Love Me Two Times” in questa famosa occasione denota una differenza principale rispetto alla traccia originale su vinile del 1967. Questa differenza è rappresentata dalla parte vocale di Morrison.

A Miami nel ’69, “Love Me Two Times” viene cantata in forte contrasto con la determinata passione e la sensualità mostrate nella memorabile versione che troviamo su “Strange Days”.

In questo famoso concerto egli, infatti, interpreta il brano con voce aspra, ruvida e, nello stesso tempo, impastata dal forte abuso di alcool.

Notiamo in questa storica quanto drammatica performance vocale una sfumatura quasi maligna, la quale si fonde con gli accenti sofferenti dati involontariamente dal cantante alla linea vocale.

Il canto di Morrison diviene così una invocazione amara, irriverente e angosciata nello stesso tempo, tanto da sembrare dolorosamente disperata.

In questo modo la sua voce entra in netto contrasto con il testo del brano. Infatti, la versione dell’LP di “Love me Two Times” fa pensare al fascino esercitato sulla ragazza destinataria delle richieste d’amore lanciatele dal protagonista.

A Miami, invece, l’immaginazione è portata a visualizzare lo sconcerto sul volto della donna che ascolta questa richiesta amorosa così scomposta e brutale.

L’inquietante performance vocale che abbiamo descritto rappresenta anche il segno di un passaggio cruciale nella storia dei Doors. Infatti, proprio tra la fine del 1968 e la primavera del ’69 si indebolisce parzialmente il legame prima esistente tra Morrison e gli altri membri della band.

A Miami il primo marzo 1969, il cantante è ormai disilluso da alcuni episodi da poco accaduti all’interno della band e, conseguentemente, egli si distanzia umanamente e artisticamente dagli altri tre componenti.

Qui “Love Me Two Times” suona quindi come uno specchio di ciò che Morrison provava interiormente in quel momento. Uno specchio che era stato incrinato dalle tendenze alla commercializzazione della musica dei Doors mostrate dal resto della band in almeno due occasioni precedenti il concerto.

In primo luogo, con la concessione di “Light My Fire” per una pubblicità di auto (settembre 1968) della quale Morrison non era stato avvertito e della quale egli si è fortemente risentito.

In secondo luogo, con la direzione discutibile presa dalle registrazioni dell’album “The Soft Parade” (iniziate nel novembre 1968 e in pieno svolgimento all’epoca del concerto di Miami) nelle quali si stavano sviluppando alcuni arrangiamenti, canzoni e testi non apprezzati da Morrison.

Questo contesto fa di “Love Me Two Times” a Miami una esperienza unica nella storia della musica per la impulsività senza finzioni dimostrata dal frontman dei Doors sul palco. Egli è qui travolto dalla tempesta furiosa dei suoi sentimenti e della caotica marea della sua ubriachezza.

L’ascoltatore viene così trascinato negli abissi infernali creati dall’autenticità tormentata di un grandissimo artista. Performance di questo genere non sono mai state registrate né prima né dopo di allora.

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