I DOORS NELLA CLASSIFICA U.K.: UN AMORE MAI SBOCCIATO

 

IL CONTESTO

Numerose band inglesi ottennero un travolgente successo negli Stati Uniti dal 1964 al 1966, un fenomeno tanto artistico quanto culturale, conosciuto nella storia della musica contemporanea come “british invasion”.

La straordinaria incisività ed espressività di questa “invasione” da un lato diede nuova enfasi ai generi Blues e Rhythm And Blues e dall’altro lato introdusse le epocali innovazioni costituite dal Pop-Rock e, poco dopo, dal Rock.

L’ultima porzione degli anni ’60 confermò la ricorrente presenza ai primi posti della classifica americana di gruppi o cantautori operanti a Londra e dintorni, guidati naturalmente dai Beatles e dai Rolling Stones.

Nella direzione contraria, invece, non si registrò un analogo trionfo commerciale da parte dei musicisti statunitensi e delle loro composizioni, i quali faticarono non poco a trovare spazio nel Regno Unito.

Anche i Doors, quartetto dell’immenso talento proveniente appunto dagli Usa, rientrano in quest’ultima categoria, non essendo mai riusciti nel corso della loro carriera discografica (1967-1972) a convincere pienamente il pubblico dell’isola britannica.

 

LE ECCEZIONI

Tra le poche formazioni e cantautori americani che conseguirono forti vendite sul mercato inglese nel periodo che stiamo considerando, vale a dire la seconda metà degli anni ’60 e i primi anni ’70, citiamo:

Bob Dylan (cinque LP giunti al vertice della classifica U.K. tra il 1965 e il 1970);

I Monkees (due album e un singolo al primo posto in Inghilterra tra il 1966 e il ’67);

Simon And Garfunkel (due album ed un singolo sul gradino più alto tra il 1968 e il ’70);

I Creedence Clearwater Revival (un album e un singolo al primo posto tra il 1969 ed il’70).

 

I DOORS NELLA CLASSIFICA U.K.

Se i Doors non furono in grado di entusiasmare in maniera consistente i ragazzi e le ragazze inglesi, il loro anno di esordio non fu comunque totalmente privo di riscontri.

Il primo 33 giri del gruppo californiano (“The Doors”) ed il primo singolo (“Break On Through”), entrambi pubblicati nel gennaio 1967, non sortirono purtroppo alcun effetto nelle charts U.K.

Tuttavia, il secondo 45 giri (“Light My Fire”, aprile 1967), facendo leva sulla ampia fama guadagnata in patria, si spinse fino al 49° posto, inaugurando così la presenza dei Doors nelle statistiche riguardanti le copie di dischi vendute nel Regno Unito.

Purtroppo, sia il secondo incantevole LP (“Strange Days”, settembre 1967) che i singoli da esso estratti (“People Are Strange” e “Love Me Two Times”, rispettivamente lanciati nel settembre e nel novembre ‘67), fallirono l’obiettivo di fare il loro ingresso nelle classifiche inglesi.

In seguito a questa battuta d’arresto, il 1968 portò una accelerazione in termini di risultati commerciali in Inghilterra.

Dopo un altro singolo ignorato dal pubblico (“The Unknown Soldier”, marzo 1968), si susseguirono due sussulti in grado di fare sperare in una ripresa delle vendite.

In primo luogo, il singolo “Hello I Love You” (giugno ’68) raggiunse la 15ª posizione. Subito dopo (luglio ’68) fu la volta del 33 giri “Waiting For The Sun”, il quale si piazzò 19°.

Il tour europeo svolto nel settembre ’68 e apertosi proprio a Londra con una discreta attenzione riscossa tra i media locali, completò l’anno in maniera tutto sommato positiva per Morrison, Manzarek, Krieger e Densmore.

Il 1969 fu, al contrario, crudelmente avaro di soddisfazioni oltreoceano.

Né l’LP “The Soft Parade” (luglio 1969) né i quattro singoli da esso prelevati (“Touch Me”, “Whishful Sinful”, “Tell All The People” e “Runnin’ Blue”) riuscirono a suscitare l’interesse degli acquirenti inglesi, rimanendo così esclusi dalle classifiche.

Ciò non bastò però a spegnere definitivamente il coinvolgimento che una parte dei giovani sul territorio britannico nutrivano per i Doors.

Il 1970 costituì infatti l’occasione di un inaspettato ritorno sulle scene discografiche grazie all’album “Morrison Hotel” (febbraio 1970) e al suo 12° posto, picco assoluto conseguito dalla band entro i confini del Regno Unito.

Sebbene il singolo tratto da quest’ultimo LP (“You Make Me Real”, marzo 1970) transitò nei negozi di dischi inglesi senza attirare la minima attenzione, il disco dal vivo “Absolutely Live” (luglio’70) riuscì a farsi faticosamente strada fino alla 69° posizione.

Per di più, il parziale riconoscimento tributato dal pubblico britannico all’LP “Morrison Hotel” contribuì alla partecipazione della band al celeberrimo Festival dell’Isola di Wight alla fine dell’agosto ’70).

Malgrado la performance tenuta di fronte a centinaia di migliaia di persone nel contesto di questo grande evento musicale, il 1970 si concluse con il completo fallimento della compilation intitolata “13” (novembre ‘70).

Gli ultimi mesi di vita del cantante Jim Morrison furono testimoni della pubblicazione dell’LP “L.A. Woman” (aprile 1971) e dei due singoli scelti al suo interno (in marzo “Love Her Madly” e in giugno “Riders On The Storm”).

Con queste pubblicazioni i Doors si affacciarono per l’ultima volta nelle chart inglesi: l’album appena citato si assestò al 28° posto mentre il 45 giri “Riders On The Storm” al 22° (“Love Her Madly” non comparve in classifica).

I due LP registrati senza Morrison nel 1971 e ’72 prevedibilmente non sortirono alcun effetto commerciale a Londra mentre una ultima compilation (“Weird Scenes Inside The Goldmine”, 1972) pose fine alla vicenda discografica tra i Doors e il Regno Unito assestandosi al numero 50.

 

CONSIDERAZIONI FINALI

Per chiudere, vanno tenuti a mente due elementi estremamente importanti per comprendere a pieno le dinamiche di classifica oggetto di questo articolo, le quali, come abbiamo visto, non sono mai state pienamente soddisfacenti per i Doors.

Il primo elemento è rappresentato dall’attenzione più intensa prestata dalla band e dal suo management verso mercato statunitense rispetto a quello inglese.

Una decisione comprensibile, derivata dall’appartenenza culturale agli Usa del gruppo californiano e sollecitata dalle maggiori potenzialità in quanto a vastità di pubblico offerte da questo contesto geografico.

Il secondo fattore da tenere in considerazione è la giustizia resa, almeno parzialmente, dallo scorrere del tempo: il materiale dei Doors si è difatti progressivamente affermato in U.K. nei decenni successivi al loro scioglimento.

In particolare, durante gli anni ’80, ‘90 e ’2000 due diversi “best of” ed il singolo di “Light My Fire” sono entrati nella top 10 inglese.

Una notorietà a lungo attesa, la quale, si è in fine concretizzata anche in Gran Bretagna, sebbene non nelle proporzioni dovute ad una delle più rilevanti ed affascinanti band rock della storia.


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