I DOORS ALLO SMOTHERS BROTHERS SHOW: CRONACA E CONTESTO
In seguito
al tour europeo del settembre 1968, i Doors entrano in una nuova fase della
loro carriera.
Dissapori
artistici e manageriali iniziano a separare Jim Morrison dal resto della band. Parallelamente,
Morrison stesso inizia ad allontanarsi dall’immagine di rockstar e sex-symbol
costruita attorno a lui nel precedente anno e mezzo.
In
particolare, egli inizia ad abbandonare progressivamente il vestiario che ne
aveva costituito l’identità pubblica. Questa transizione sarà poi completata
qualche mese dopo, nel marzo 1969 a Miami, una delle ultime apparizioni pubbliche
del cantante con i popolari pantaloni di pelle.
Inizia
nell’autunno 1968 anche il periodo di maggior impegno del frontman come poeta
e, in parte, regista/attore.
Queste
strade alternative non sostituiranno mai del tutto la musica nella sua vita da
artista, ma, in compenso, lo distanzieranno da quel pieno coinvolgimento
sperimentato durante i due anni e mezzo di carriera appena trascorsi.
Tuttavia,
nonostante la parziale disgregazione dell’unità musicale e relazionale del
gruppo californiano, nel novembre 1968 i Doors tengono comunque intensi e
gremiti concerti in varie città americane.
Essi portano allo show televisivo al quale i Doors partecipano il 6 dicembre di quello stesso anno (The Smothers Brothers Show, (qui il link), che verrà mandato in onda approssimativamente una settimana dopo.
La band
promuove in questa circostanza il suo nuovo singolo, il quale delinea anche un
radicale mutamento di stile: “Touch Me”.
Per la
prima volta i Doors decidono di inserire alcuni fiati e archi a sostegno del
proprio suono. Si tratta di una svolta coraggiosa e controversa allo stesso
tempo, soprattutto in seguito ai due numeri uno recentemete ottenuti (il
singolo “Hello I Love You” e l’album “Waiting For The Sun”, entrambi pubblicati
nell’estate 1968).
I due
presentatori introducono così la performance: “I nostri prossimi ospiti
suonano molto bene e, in particolare, sanno combinare il suono alla poesia da
loro stessi prodotta. Signore e signori, The Doors!”.
A questo
punto l’immagine delle telecamere si concentra sulla band, la quale si esibirà
prima in “Wild Child” (lato B di “Touch me” all’interno del singolo appena
citato) e, dopo una pausa, appunto in “Touch Me”.
La parte
strumentale dei brani è riprodotta dal 45 giri direttamente nello studio
televisivo, dunque Krieger, Manzarek e Densmore suonano in playback.
La voce di
Morrison, morbidamente pettinato e leggermente truccato, ma ancora con i
seducenti pantaloni di pelle e la sua cintura indosso, è invece udita dal vivo.
Il suo canto è però meno determinato del solito, la sua espressione più
distante, il suo atteggiamento meno coinvolto.
Il fatto
che “Touch Me” non fosse il suo brano preferito (a Miami, tre mesi dopo, la
interromperà sul palco urlando letteralmente “Fermate questa merda!!”)
ha probabilmente avuto un ruolo in questo risultato. Nemmeno il testo di questa
composizione di Krieger lo entusiasmava.
Inoltre,
verso la metà della performance Morrison manca i quattro “C’mon” andando
direttamente alle parole “Touch me babe”.
Se si
unisce questa dimenticanza all’immagine dell’elegante e compita orchestra che
lo attornia, si ottiene l’immagine di un musicista a disagio nella sua stessa
band.
Va notato,
in aggiunta, come le apparizioni televisive in generale non fossero gli ambiti
nei quali Morrison si muoveva con maggiore sicurezza e disinvoltura.
Questi
fattori contribuirono a smorzare l’impatto e la qualità del canto di Morrison
anche in “Wild Child” durante questo show televisivo.
Egli
sprigiona qui in misura leggermente maggiore la sua magnetica ispirazione.
Tuttavia, la sua voce non è certo paragonabile alla affascinante, arcana e abrasiva
versione di “Wild Child” che il cantante aveva già inciso su vinile e che
sarebbe uscita sull’LP “The Soft Parade” (oltre che, come detto, sul lato B di
questo singolo).
Lo
Smothers Brothers Show del dicembre 1968 è il segno visibile di una crisi sia
interna ai Doors che all’animo stesso di Morrison; una crisi appena
manifestatasi apertamente e che perdurerà fino all’estate 1969, senza per altro
ricomporsi mai del tutto.
Essa è
simboleggiata anche dalla contrapposizione tra le due composizioni suonate quel
giorno. “Touch Me” scritta da Krieger e portatrice di una nuova direzione
musicale, ambigua e non condivisa da Morrison; “Wild Child” composta da
Morrison e maggiormente legata al magnifico e misterioso Rock che solo i Doors
sapevano esprimere.
Una
curiosità finale che riscontriamo in questo show televisivo è quella riguardante
l’occhio nero di Robby Krieger (come si nota nel video dello show), conseguenza
di un incidente stradale che fortunatamente non aveva avuto serie conseguenze.
P.S.: Il mio libro “The Doors Attraverso Strange Days” è uscito ed è disponibile su tutte le principali piattaforme! Il più completo viaggio mai fatto attraverso il secondo LP dei Doors. Di seguito qualche link:
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