I DOORS E LITTLE RICHARD: UNA CONNESSIONE POCO NOTA


Le cover di artisti del passato che i Doors interpretavano nei loro concerti erano prevalentemente appartenenti ai generi Blues e Rhythm’n’Blues.

Esistono però alcune eccezioni. Tra esse rientra la traccia di cui parleremo in questo articolo.

Una sola testimonianza sonora racconta la prima parte della loro carriera dal vivo: il live registrato nel maggio 1966 al London Fog. Si tratta di un locale di Los Angeles, nel quale tra gli altri pezzi il gruppo esegue la cover di un brano legato indissolubilmente al Rock’n’Roll.

Stiamo parlando di “Lucille”, una famosa canzone ideata e cantata da Little Richard (registrata a metà ’56 e pubblicata nel febbraio 1957).

Essa avrà un successo commerciale più che significativo, conquistando sia il pubblico americano (21° nella classifica generale e 1° in quella dedicata agli artisti di colore) che quello inglese (10°).

“Lucille”, inoltre, influenzerà la storia della musica moderna insieme ad altri capolavori di Little Richard, condizionando pesantemente gruppi fondamentali come, ad esempio, i Beatles.

Questo tipico Rock’n’Roll confezionato da Little Richard con un insinuante tempo medio ed una strabiliante performance vocale, è interpretato dai Doors al London Fog con passione e intelligenza.

In primo luogo, con intelligenza.

La band californiana vira, nella propria resa del brano, verso un terreno maggiormente legato al Rhythm’n’Blues.

In questo modo l’esecuzione diviene più facilmente gestibile dal punto di vista tecnico e maggiormente in linea con i gusti e le tendenze musicali di metà anni ’60.

In secondo luogo, con passione.

Morrison sostituisce la propria passione e la sua peculiare modalità espressiva alla parte vocale cantata nella versione originale.

Infatti, sarebbe stato oggettivamente impossibile per il cantante dei Doors replicare in maniera efficace le note estremamente acute e graffianti che venivano naturali a Little Richard.

Invece di cercare una replica dell’originale, Morrison mantiene un basso profilo, attraverso il quale traspare però la profonda e voluttuosa voce, carica di oscuro fascino, che caratterizzerà il cantante già dai mesi successivi.

Nella seconda metà della canzone la voce di Morrison diviene leggermente più convinta ed aggressiva: sono le prove generali che annunciano quanto accadrà già tre mesi dopo (agosto 1966) nel corso della registrazione del primo LP dei Doors (“The Doors”, poi pubblicato nel gennaio 1967).

Da notare che il gruppo aggiunge alcuni passaggi ritmici non presenti nell’originale (ad esempio al min. 1.30 o al min. 1.53 della traccia al link che avete incontrato più sopra nell’articolo).

Sono transizioni che diversificano l’andamento del pezzo, rendendolo più interessante e compensando l’assenza di un assolo vero e proprio (nell’originale affidato invece al suono scuro e ruvido del sassofono baritono).

Non è solamente questa cover a creare un legame tra i Doors e Little Richard.

Quest’ultimo, infatti, con più forza evocativa di altri, ha introdotto e passato in eredità alle generazioni di musicisti successive, un elemento ornamentale che successivamente diverrà usuale nel Pop-Rock, nel Rock e in altri generi.

Infatti, le caratteristiche grida scomposte e quasi rabbiose che possiamo sentire in innumerevoli brani Pop-Rock, Rock, Hard Rock, etc. vengono lanciate per la prima volta di fronte ad un vasto pubblico proprio da Little Richard con la nascita del Rock’n’Roll a metà anni ’50 del ‘900.

Morrison stesso ne farà in seguito largo uso in molteplici contesti, sia dal vivo che in studio di registrazione, durante tutta la carriera dei Doors.

Questo elemento canoro, sebbene sia riscontrabile nel canto di moltissimi artisti, è particolarmente presente nello stile di Morrison e costituisce quindi un ulteriore connessione tra la storia dei Doors e Little Richard.

Questo grande pianista, compositore e, soprattutto, cantante, fu un protagonista del Rock’n’Roll e degli anni ’50. Egli era ancora in attività nel 1966, all’epoca in cui i Doors ne propongono dal vivo al London Fog il celebre brano del quale abbiamo parlato in questo articolo.

La sua fama era sbiadita, ma la sua arte viveva ancora nella musica che egli aveva fortemente contribuito ad ispirare: il Pop-Rock e il Rock.






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